Disturbi del sonno

Tra i requisiti che assicurano una buona salute corporea e un generale benessere dell’organismo c’è sicuramente una buona qualità e una giusta quantità del sonno. Come ha recentemente dimostrato uno studio della National Sleep Foundation, infatti, ognuno di noi ha il bisogno fisiologico di un numero di ore riposo proporzionale alla propria età, al proprio lavoro e al proprio ritmo giornaliero.
Dormire concilia la funzionalità cerebrale e la vitalità durante il giorno: per questo un disturbo del riposo come la mancanza di sonno non deve essere sottovalutato. Comprendere la natura e le cause del fenomeno è il primo passo per riacquistare il controllo sul proprio ciclo sonno-veglia.

Cosa sono i disturbi del sonno

I disturbi del sonno sono caratterizzati da quei momenti che spingono il nostro organismo ad andare contro uno dei suoi più primitivi bisogni: quello di dormire. Manifestandosi come l’incapacità di prendere sonno, la difficoltà a dormire è in genere una conseguenza di altre condizioni mentali o fisiche oppure di cattive abitudini alimentari ormai consolidate.
  Essendo un disturbo molto diffuso, gli esperti hanno avuto i mezzi di elaborare una tassonomia che rendesse conto delle principali categorie di insonnia:

  • si definisce insonnia iniziale la difficoltà persistente nell’addormentamento serale;
  • si parla invece di insonnia intermedia l’insorgere di risvegli improvvisi nel mezzo della notte, seguiti da problemi nel riprendere sonno;
  • l’insonnia terminale, infine, consiste nel ridestarsi subito dopo essersi addormentati, seguito dall’impossibilità di riprendere sonno.

Associandosi a patologie psichiche o fisiche, l’insonnia rischia di essere pericolosa: eliminando l’importante “sospensione” delle attività motorie rappresentata dal sonno, utile per recuperare le forze perse durante il giorno, infatti, si può incorrere in reazioni psico-somatiche imprevedibili che mettono a rischio il soggetto.  

Le cause dell'insonnia

Cosa può innescare un disturbo del sonno come l’insonnia? La risposta a questa domanda non può essere univoca.   In generale, tuttavia, è possibile affermare che essa si radichi in una zona grigia tra la psiche e il corpo, connotandosi come un fenomeno che si genera da disagi psicologici e arriva ad avere ricadute e sviluppi fisici. Stress, ansia e preoccupazioni sono sicuramente tra le ragioni più comuni che possono indurre alla perdita del sonno.
Tuttavia, alla cosiddetta insonnia psicofisiologica si affiancano numerose altre varianti del disturbo: l’incapacità di addormentarsi può, ad esempio, essere dettata da: 

  • disturbi psichiatrici;
  • traumi psicologici;
  • uso di farmaci con particolari effetti collaterali;
  • abuso di droghe o di alcol;
  • patologie respiratorie o malattie di varia natura.

La casistica è varia: le cause dell’insonnia, infatti, variano da paziente a paziente

I sintomi dell'insonnia

Risulta difficile isolare una sintomatologia specifica del disturbo, in quanto l’insonnia è nella maggior parte dei casi scatenata da fattori interagenti tra loro, i quali innescano un circolo vizioso che dalla sfera psicologica del soggetto finisce per influenzarne anche quella fisica. Tra i sintomi psico-fisiologici prodotti dall’insonnia o da altri disturbi del sonno ricordiamo:

  • ansia e preoccupazione legate al sonno: secondo il modello cognitivo di Harvey (2002-2006), infatti, l’insonnia sarebbe alimentata da pensieri negativi “a cascata”, che fanno irruzione nella fase di pre-addormentamento scatenando una sensazione di angoscia. La sensazione di profondo disagio, a sua volta, provoca l’attivazione del sistema nervoso, impedendo il sonno.
  • restringimento del focus attentivo sugli stimoli del sonno: il soggetto tenta di dormire “a tutti i costi”, ma ciò lo porta a sovra-monitorare anche tutti gli stimoli ambientali che glielo impediscono.

L’insonnia può avere una sintomatologia variegata anche durante la giornata. L’alterazione o l’assenza di sonno, infatti, è fonte di disagio tanto durante la notte quanto durante il giorno, fino a pregiudicare le normali abitudini quotidiane dei soggetti colpiti. Gli effetti di una notte insonne sono: 

  • calo della concentrazione;
  • senso di malessere e affaticamento;
  • calo dell’umore e, nei casi peggiori, depressione;
  • peggioramento della produttività sul lavoro;
  • isolamento sociale.

L’insonnia, inoltre, può inserirsi a sua volta tra gli effetti di patologie mediche o psicologiche gravi, finendo per coniugare le sue ricadute negative con i danni provocati dalla malattia in sé. Pur nascendo come effetto secondario, tuttavia, essa può innescare un processo di abitudine involontaria del corpo in grado di trasformare il fenomeno da temporaneo a persistente, rendendolo indipendente dai fattori che lo avevano inizialmente originato. Per questo, è di fondamentale importanza affrontare il problema prima che diventi cronico.

Magnesio e  disturbi del sonno: il legame

Si è detto che lo stress è la causa primaria e più frequente della difficoltà a dormire. Dettato dalla reazione spontanea del corpo ad una situazione di overloading psicologica e fisica, infatti, lo stress è a sua volta una delle cause più frequenti dell’abbassamento dei livelli fisiologici di magnesio. Sale minerale di imprescindibile importanza per il nostro organismo è il principale responsabile della stabilità e della funzionalità dell’apparato scheletrico-muscolare umano, del sistema nervoso e, soprattutto, dell’emissione dell’energia corporea. Per questo motivo, quando il corpo si trova in condizioni critiche che ne mettono alla prova la resistenza fisica e psicologica, la percentuale di magnesio tende ad abbassarsi. È evidente che, essendo l’insonnia strettamente collegata allo stress, essa è a sua volta legata al tasso di magnesio. Per lo stesso motivo, la somministrazione di questa sostanza può essere un toccasana per i disturbi del sonno.

INSONNIA IN GRAVIDANZA

Una menzione a parte nella descrizione della patologia, infine, riguarda l’insonnia durante la gravidanza. Durante la gestazione, infatti, il corpo cambia completamente: oltre agli ovvi cambiamenti fisici, avviene una profonda riorganizzazione chimica delle risorse fisiologiche, che provoca significative modifiche ormonali ed emotive. Ciò ha ricadute più o meno evidenti sulla neomamma: l’insonnia può essere una di esse. Senza contare che, con l’avanzare della gravidanza (in genere dal terzo trimestre in avanti), le maggiori dimensioni della pancia, i movimenti fetali  e normali sintomi come l’acidità di stomaco o il reflusso gastroesofageo non conciliano certo il sonno. Infine, non vanno dimenticate le ragioni psicologiche che spesso portano a perdere il sonno prima del parto: preoccupazione, paura o anche la semplice emozione possono essere causa dell’insonnia o provocare, in certi casi, la cosiddetta “sindrome delle gambe senza riposo”.
Occorre ricordare, tuttavia, che – come la stessa gravidanza – anche l’insonnia legata alla gestazione è temporanea, almeno nella maggior parte dei casi. Limitando il sonno giornaliero, puntando su una dieta leggera e aiutandosi con speciali cuscini si può tentare di limitarne gli effetti.

I rimedi contro l'insonnia

Proprio per la sua implicazione frequente con altre patologie mediche o psicologiche, l’insonnia è spesso difficile da diagnosticare come disturbo primario. Ad oggi, tuttavia, il suo trattamento prevede l’assunzione di alcuni farmaci per l’insonnia, soprattutto per la sua variante occasionale. Nel caso di insonnia cronica, invece, il rischio di assuefazione porta a prediligere soluzioni non farmacologiche.
Recentemente, inoltre, grande successo stanno riscuotendo tecniche cognitivo-comportamentali come la CBTi o la MBSR, trattamenti psicologici che agiscono sui fattori fisiologici che scatenano l’insonnia attraverso sedute singole o di gruppo, rieducando il corpo al riposo.
Infine, va ricordato che anche l’assunzione di integratori al magnesio e una dieta a base di cibi ricchi di sali minerali possono essere dei validi alleati per combattere il senso di affaticamento provocato dal disturbo del sonno, conciliando allo stesso tempo la qualità del riposo.

QUALCHE RIMEDIO DELLA NONNA CONTRO I DISTURBI DEL SONNO

Come si accennava, non sempre i rimedi farmacologici sono la scelta giusta: la saggezza popolare ha da anni elaborato una serie nutrita di rimedi della nonna per i disturbi del sonno. I più popolari, per esempio, sono:  

  • rilassarsi con un bagno caldo;
  • evitare cibi pesanti e pisolini pomeridiani troppo lunghi;
  • bere una camomilla prima di andare a dormire;
  • posizionare dei fiori di lavanda secchi vicino al cuscino: sembra che le proprietà sedative della pianta possano aiutare;
  • assicurarsi di coricarsi in un letto dalle lenzuola lavate di fresco.

Secondo gli esperti quasi il 40% della popolazione italiana soffre di difficoltà a dormire, mentre si stima che la percentuale salga ulteriormente se si allarga il ventaglio dei casi includendo in generale i disturbi del sonno. Gli accorgimenti che si possono tentare per ritrovare un corretto ciclo del sonno sono diversi, ma se il problema persiste è necessario non sottovalutarne la portata e ricorrere ad un consulto medico professionale.

Un contributo alla qualità del sonno può arrivare da Mag Notte. La sua formulazione combina le proprietà del Magnesio a quelle della melatonina, che aiuta a ridurre il tempo necessario ad addormentarsi, e della griffonia, che favorisce il rilassamento ed il benessere mentale.

Questo articolo non contiene alcuna raccomandazione di carattere medico, o suggerimento all’assunzione. Ricorda che il tuo medico curante è il riferimento a cui rivolgerti per trovare la soluzione più adatta per te.

Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta variata e di uno stile di vita sano.


Ad un adulto occorrono circa 7 ore di sonno al giorno, ma 9-10 milioni di italiani soffrono di insonnia